In tedesco das Heimweh è il 'dolore di non essere a casa'. Per intenderci: una sorta di nostalgia che un individuo percepisce quando si allontana dalla propria casa. E' una parola che mi ha colpita subito e l'ho scelta perché evoca molto bene un sentimento che non riesco a provare. Io so dov'è la mia casa fisicamente, per carità, sono tutt'altro che una vagabonda, ma sento anche che non mi appartiene più di tanto. E casa non è solo un'edificio di quattro mura, casa è città e città è paese, nazione. E' l'Italia che non mi rappresenta e non mi rispetta, non rispetta le mie aspirazioni, non mi aiuta nel coltivare i miei sogni, non sostiene economicamente i miei o i progetti di vita dei miei coetanei. E' per questo che non riuscivo a tornare dopo essermi fermata a Berlino per quasi 5 settimane quest'estate, il solo pensiero di rimetter piede in questa terra arida, in questa desolazione e mortificazione intellettuale che è l'Italia adesso, mi rendeva triste. Sono tornata perché non avevo i mezzi per restare, per non buttare al vento un'iscrizione ad un corso di laurea fatta precedentemente, ma, credetemi, non riuscivo a trovare neanche un motivo valido per farlo. Sono tornata per inerzia. Pura e semplice inerzia. Che poi l'inerzia, l'immobilità sono caratteristiche amate da questo maledetto paese. L'Italia è bella, ricca d'arte e ha una cultura culinaria incredibile. Perfetto. Ma non ce ne facciamo niente, dunque meglio andare per qualche tempo fuori, non credete? Vorrei andare via, via da questo paese, nella speranza di potervi tornare un giorno e dire 'ecco, voglio vivere qui, è questa la mia casa'.
mercoledì 19 gennaio 2011
Heimweh
Anche se non credo interessi a qualcuno, mi tocca spiegare il motivo e il titolo di questo aspirante blog.
domenica 16 gennaio 2011
L'odio del sabato
Il sabato è il giorno della settimana che più odio. Dovrei amare l'unico giorno non festivo in cui posso dormire fino a tardi e in cui non devo impiegare 2 ore della mia giornata seduta in treno ad ascoltare persone che urlano incuranti della mia voglia di leggere e stare in silenzio...e invece il sabato mi opprime col suo tedio, col suo imperativo di finto divertimento, come se i restanti giorni della settimana non esistessero. Ci siamo persi nel rituale insulso del sabato, ci siamo persi a tal punto da sentirci disorientati se per caso i nostri amici sono impegnati e ci tocca trascorrere la serata in solitudine. Dovremmo liberarci dall'ossessione del sabato, se la smettessimo per un po' con gli happy hour, i lounge bar, i cocktail, il sushi forzato, se ci fermassimo per qualche attimo a guardarci, forse ci renderemmo conto di quanto siamo ridicoli.
sabato 15 gennaio 2011
Sora Rosa
Oggi mi sento come Venditti quando scrisse Sora Rosa, 38 anni fa. L'Italia è un paese che deperisce giorno per giorno, a me sembra un fiore ricurvo dai petali che si richiudono sulla corolla. E' un paese marcio che c'ha li buchi ar posto der cervello, la nostra amata Italia.
http://www.youtube.com/watch?v=IDKBi_b4mGs
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