giovedì 14 aprile 2011

Partenze

Sapevo da un po' che prima o poi sarebbe accaduto. Quando la sorte ti fa nascere e crescere in un piccolo paesino di provincia, nel profondo sud, conosci da subito cosa un giorno ti verrà tolto e cosa ti verrà dato. Milano e Roma si sono prese i miei amici, l'ultimo rimasto, laureatosi il mese scorso, parte domani per la capitale. Non riesco a non incoraggiare le persone ad andar via, non esiterei un istante se fossi al posto loro. Ma rimanere qui, col vuoto intorno che rischia di inghiottirti, ad assegnarti compiti immaginari per trascorrere le giornate, con gli ultimi esami da fare e che sembrano lontanissimi, con la macchina rotta che a volte non parte, imprigionata tra gli ulivi e i muretti a secco cercando di dimenticare i tigli e i castagni e la casa in Wildenbruchstrasse, con le colleghe di università sparse per la regione, per non parlare della presenza esuberante di due genitori che guardano il mondo al passato e non si rendono conto di come si stanno evolvendo le cose...rimanere qui senza alcuna voglia di studiare o intraprendere le letture di sempre...ho come l'impressione che ogni giorno venga aggiunto un mattoncino a un ipotetico muro sul quale dovrò saltare sempre più in alto per poter, un giorno, passare dall'altra parte.

Nessun commento:

Posta un commento